pseudocodice 1 (sm.) In informatica designa un linguaggio non codificato che viene utilizzato in modo informale per descrivere le istruzioni di un programma. (Dizi.it)

Lo pseudocodice è una particolare tecnica che ci aiuta nella scrittura di un codice migliore, più efficente e in un tempo minore. Lo pseudocodice può non è un codice eseguibile direttamente da un computer, bensì ci aiuta nel tradurre l'algoritmo (o procedura) nel nostro linguaggio preferito. (dibistore)

Molto spesso mi è capitato di leggere, sui libri di programmazione, elogi sull'uso dello pseudocodice nel primo approccio alla risoluzione di un problema computazionale. E regolarmente, ho sempre trovato tale metodologia eccessivamente scomoda da usare nei problemi pratici. Ho dunque apprezzato il fatto che uno sviluppatore professionista come Jeff Atwood abbia recentemente scritto un articolo, in cui tratta autorevolmente la questione. L'autore prende spunto da quello che definisce il suo libro di programmazione preferito, Code Complete, per illustrare un esempio "accademico" di raccomandazioni sull'uso dello pseudocodice. Secondo il testo, le routine andrebbero descritte interamente in lingua naturale, per poi lasciare alcune di queste frasi esclusivamente come commento al programma al momento della traduzione in codice vero e proprio. I vantaggi portati da tale approccio, almeno a livello teorico, appaiono indiscutibili: lo pseudocodice rende il revisioning più facile, potendo affrontare i concetti ad alto livello, senza essere intralciati dai dettagli del codice reale; si sfruttano i vantaggi di un perfezionamento iterativo, correggendo prima lo pseudocodice, migliorandolo nel trasferimento a codice sorgente, e infine revisionando quest'ultimo. In questo modo, gli errori vengono corretti tramite un approccio top-down, cosa che fa sì che i bug a livello superiore non interferiscano con la correzione di quelli più specifici. (programmazione.it)